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domingo, 15 de setembro de 2013

La marianità di Madre Maria Alfonsina

SBF Letture bibliche: La marianità di Madre Maria Alfonsina


Ho letto con vivo interesse due fascicoli del Diario di Madre Maria Alfonsina Danil Ghattas (1843-1927), e ne ho riportato un’impressione del tutto positiva. Mi sono sentito davanti a una donna esemplarmente devota e virtuosa, interamente donata al Signore, tutta preghiera e lavoro, oltre che ricca di carismi spirituali.

M. Alfonsina è una figura che profuma di Vangelo, di Gesù e Maria. La sua condotta risulta ispirata dalla Parola divina e sostanziata di essa. Questa donna testimonia così, in modo singolare, i valori della vita cristiana in genere e della vita consacrata in specie; attualizza e rivive in pienezza il mistero di Maria vergine-sposa-madre immacolata e corredentrice.

Leggendo queste pagine di diario ho notato non poche somiglianze con altre figure di sante vergini, specialmente per ciò che riguarda la devozione mariana. Per esempio, la sensibilità di M. Alfonsina per la bellezza della Madonna richiama S. Bernadette (cf. I, 2ss, 11), mentre la sua unione conformante a Maria ricorda S. Chiara d’Assisi, S. Teresa d’Avila, nonché le sue coeve S. Teresa di Gesù Bambino, S. Gemma Galgani, S. Maria Bertilla Boscardin ecc. (I, 21, 24s, 28ss).
Ciò che mi ha colpito di più è precisamente la marianità di M. Alfonsina. Ritengo sia la sua nota caratteristica, ciò che costituisce il suo segreto e il suo messaggio specifico di donna cristiana e consacrata. Cercherò di chiarire, meglio che potrò, questo punto essenziale e tanto qualificante della sua figura.

I. Il segreto di M. Alfonsina
La Madonna è stata tutto, per così dire, nella vita di questa figlia prediletta e fedele. Alfonsina si è sentita chiamata a condividerne il carisma, cioè la consacrazione verginale, la vita di perfetta carità (cf. Lumen Gentium, 46); ed è vissuta accanto a lei con ritmo continuo e crescente, tutta donata al suo amore di madre e alla sua arte di educatrice (cf. I, lss). Le ha permesso di “entrare” in lei (I, 21), di vivere e operare attraverso di lei (I, 4ss, 24ss, 29, 32). Di qui appunto la sua straordinaria marianità: Alfonsina irradia e dona Maria con tutto il suo essere femminile, è pura esistenza e trasparenza di Maria vergine-sposa-madre. Al punto che vedere lei è come vedere Maria, l’incontro con lei è incontro con Maria, in base al principio sapienziale: “Quale la madre, tale la figlia” (Ez 16,44).

Un fenomeno di mistica mariana, un miracolo di conformità alla Madonna: ecco dunque M. Alfonsina. La Mamma celeste ha potuto servirsi di lei per rivelarsi e agire nella Chiesa del suo tempo, per generare una nuova famiglia verginale in questa sua Terra benedetta (I, 7, 9, 17, 26, 32). La figlia, da parte sua, è stata del tutto recettiva e malleabile, grazie a una devozione fatta di venerazione amorosa e di imitazione conformante fino alla piena identificazione di vita.

Questo miracolo di conformità si deve, quindi, sia all’iniziativa materna di Maria che alla docilità filiale di Alfonsina. La Vergine ha prediletto questa figlia, le ha offerto la sua presenza trasformante, si è rivelata e donata a lei in un modo eccezionale (I, 15s, 22); ed essa l’ha accolta con apertura totale mettendosi a sua piena disposizione (I, 29s), nonostante fatiche e sofferenze d’ogni genere (I, 9, 25s, 41). Il cammino mariano passa per la via della Croce (cf. Lc 2,35; Gv 19,25).
Effettivamente Maria è onnipresente nella vita di Alfonsina: sta con lei quale madre e guida, quale maestra e modello in tutto, insomma da vera protagonista. È la Madre che vive e opera nella figlia, naturalmente nel pieno rispetto della sua libertà (I, 9s). È Lei che se ne serve per compiere nuove opere di bene in questa sua Terra, a gloria di Dio e a edificazione della Chiesa cattolica (I, 8ss, 17, 35, 42).
Da parte sua, Alfonsina non delude la fiducia della Mamma celeste. Si mostra sempre umile, sottomessa, disponibile (I, 4, 9s, 29s). Cancella se stessa per dare tutto il rilievo alla Madonna, che diventa così sempre più il suo luogo vitale-liturgico-operativo (I, 24ss).
La figlia non reclama nessuna originalità e indipendenza personale. Ha capito che Maria è la vocazione e la regola vivente della donna in genere e della consacrata in specie; ha capito che la donna è talmente fatta per essere altra Maria che, se non lo diventa, sta male e – quel ch’è peggio – fa star male gli altri. L’ha capito e opera in conseguenza. Accetta la Vergine quale madre, maestra e modello in tutto, perfino nel modo di vestire, nell’abito esterno (I, 7,17, 24, 35). Vuole essere come Lei dentro e fuori, senza limitazioni di sorta (I, 6s).
Del resto, quando l’ideale è Maria, non si finisce mai di crescere, si può andare sempre oltre e migliorare così la propria linea interiore ed esteriore.

Così M. Alfonsina ha saputo fare, esemplarmente, il miracolo più importante che deve saper fare ogni donna cristiana, specie consacrata: ha ridonato alla società del suo tempo Maria e tutta Maria, la donna perfetta, ideale, divenuta palpitante realtà (cf. Lc 1,28.42).
Quanto siamo venuti dicendo presuppone in M. Alfonsina l’intuizione e l’esperienza personale di verità importanti e decisive.
Ella sente la Madonna come la sua mamma più vera, ha quindi personalizzato il dono di Gesù sul Calvario: “Ecco la tua madre!” (Gv 19,26). La chiama infatti abitualmente “mia Madre” (I, 18ss). La sente presente e operante nella propria vita: ne ode la voce, la vede, la tocca, l’abbraccia, s’immedesima sempre più con lei, fa tutto in sinergia con lei (I, 3ss). Ha capito bene che la figlia dev’essere la copia conforme della Madre (cf. Ez 16,44) e che solo quello che fa con la Mamma è fatto bene, come si deve, e quindi glorifica Dio e edifica la Chiesa. Sa che si è donna autentica e completa, liberata e promossa da Dio stesso, a misura che si somiglia a Maria, la nuova Eva, la Donna nuova e definitiva. E perciò non vuole essere come le altre donne, ma unicamente come la Madonna (I, 4ss).

Da questa comunione di vita con la Mamma celeste è sbocciato appunto il miracolo di Alfonsina quale “altra Maria”. L’unione fa la conformità, fa acquisire progressivamente il modo di pensare e di agire della persona amata (I, 3ss). La figlia si affida tutta alla Madre, si lascia fare da lei; e la Madre la coltiva e la plasma a propria immagine e somiglianza, travasa in lei le sue meraviglie di vergine-sposa-madre, l’assume totalmente e la rende sua continuazione e complemento nel servizio d’amore al mistero dell’Incarnazione redentrice e perfettiva. La figlia diviene così sempre più un segno vivo e un’eco fedele della Madonna, un’apparizione permanente della sua “straordinaria grandezza e bellezza” (Redemptoris Mater, 11).

Notiamo che in tutto questo M. Alfonsina incarna e testimonia esemplarmente un preciso dato biblico-tradizionale, secondo cui Maria di Nazaret è la nuova Eva, la Donna autentica e completa, pienamente conforme al progetto di Dio e al bisogno dell’uomo, e perciò il modello perfetto e insuperabile della femminilità in ogni tempo e luogo (cf. Red. Mater, 46). Ne segue che si è donna vera e completa a misura che si è mariana, cioè “altra Maria”.

Ma ogni santità ha la sua nota distintiva. La marianità di M. Alfonsina si distingue per la devozione del Rosario (I, 6ss). Ella si è sentita chiamata a condividere tutta la vita di Maria attraverso il Rosario continuo o permanente dei quindici Misteri (I, 17s, 23ss, 27ss). Lo specifico della sua marianità consiste precisamente in quest’associarsi a tutto l’itinerario storico-spirituale della Madonna, nel partecipare con Lei e come Lei a tutti i Misteri della salvezza (cf. Lumen Gentium, 55ss).

Va da sé che questa totalità è un dato positivo e qualificante. Alfonsina non si è limitata a qualche Mistero: ha voluto riviverli tutti in se stessa, camminando con la Mamma celeste da Nazaret al Calvario, al Cenacolo, al Cielo. A tale scopo ha saputo valorizzare esemplarmente anche la grazia dei Luoghi Santi, sempre sulle orme trainanti della Vergine Madre (I, 12ss).

II. Il messaggio di M. Alfonsina
La vita stessa della Serva di Dio è questo messaggio. Le sue parole non sono che la voce di una esistenza tutta segnata dall’azione materna di Colei che è la più grande educatrice e artista della storia. Dietro Alfonsina c’è regolarmente la Madonna, il suo mistero di vergine-sposa-madre a servizio della persona e dell’opera del Verbo incarnato, il Dio-Uomo salvatore. Nella figlia rivive, appare, agisce la Madre. Di qui appunto il fascino e la forza trainante della sua testimonianza verginale. Alfonsina segna un nuovo inizio per la vita ecclesiale in Palestina, un inizio genuino e fecondo perché voluto e realizzato da Colei che, quale Madre del Signore, è l’onnipotente per grazia. Maria è stata viva e feconda in questa figlia benedetta, si è moltiplicata generando una nuova famiglia religiosa: “le Vergini del mistico Rosario”, “la Congregazione del Rosario” (I, 6s), fiorita proprio qui, in Terra Santa, e anzitutto “per le ragazze” della sua stirpe (I, 9).
Figlia e gloria insieme della Chiesa cattolica palestinese, Alfonsina ha permesso alla Madonna di rinnovare la vita cristiana nella sua patria terrena. Segno vivo e permanente di Maria, Alfonsina è stata una mistica e una profetessa per il suo tempo e per tutti i tempi, e rimane un esempio stimolante per le sue figlie spirituali nonché per le donne cristiane della Palestina e del mondo intero.

Come infatti per la Mamma celeste, anche per questa sua figlia fedele la Terra Santa è stata punto di partenza e centro d’irradiazione. Il carisma di M. Alfonsina non va quindi limitato a un solo paese né a una sola epoca, non è di carattere regionale e temporaneo. Esso è destinato a dilatarsi e crescere nel tempo e nello spazio (I, 10). In Maria e per Maria (cf. Lc 1,48), M. Alfonsina è dunque una figura universale e intramontabile, sempre attuale e benefica. Il suo cuore di donna mariana, cuore perfettamente cattolico e aperto a tutti, è capace di accogliere e portare figlie di ogni condizione sociale e di ogni provenienza etnica.

La lezione provvidenziale e profetica di M. Alfonsina, data più con la vita che con le parole, può essere così riassunta: Maria è la vocazione e la misura della femminilità; è il modello etico-spirituale della donna in genere e della consacrata in specie; è l’ideale e la vitalità e fecondità spirituale delle Suore del Rosario. Come tale, essa va accolta e seguita in tutto il suo cammino di fede da Nazaret al Calvario, al Cenacolo, al Cielo. Il che si realizza, in modo particolarmente efficace, attraverso la devozione del Rosario e la grazia dei Luoghi Santi.

Oggi il messaggio di M. Alfonsina interpella soprattutto le sue eredi, le figlie spirituali. Tocca ad esse continuare e dilatare fedelmente il miracolo di Alfonsina “altra Maria”, a partire dalla Terra Santa. Per riuscire in questa impresa esaltante, esse dovranno far proprio il segreto della Madre Fondatrice: accogliere la Madonna quale madre e modello di vita in tutto; lasciarsi assumere e assimilare totalmente da lei, in modo da risultare pura esistenza e trasparenza mariana “per la gloria di Dio” e “per l’edificazione” della Chiesa locale e universale (1Cor 10,31; 14,26).

Alle Suore del Rosario noi chiediamo appunto di perpetuare e universalizzare quel fenomeno di mistica mariana che M. Alfonsina è stata nel passato e vuol essere in ogni tempo e luogo attraverso le figlie spirituali. Noi aspettiamo da loro che siano, come lei, una presenza viva e feconda di Maria vergine-sposa-madre immacolata e corredentrice in Terra Santa e nel mondo intero.

Gerusalemme, 23.10.1987

P. Lino Cignelli ofm,
dello Studium Biblicum Franciscanum

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