"L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi.
I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati.
La Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore.
Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio...
Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio.
Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti."
[ 1973 - Apparizione mariana di Akita (Giappone) approvata ufficialmente dalla Chiesa. ]
I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli…chiese ed altari saccheggiati.
La Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi e il Demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore.
Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio...
Le sole armi che vi resteranno sono il Rosario e il Segno lasciato da Mio Figlio.
Recitate ogni giorno le preghiere del Rosario. Con il Rosario pregate per il Papa, i vescovi e i preti."
[ 1973 - Apparizione mariana di Akita (Giappone) approvata ufficialmente dalla Chiesa. ]
“I miei incontri con l’arcivescovo Capovilla e lo scontro Socci-Cardinal Bertone”
Conferenza di presentazione del libretto Una “risposta” significativa,
Calendasco di Piacenza, 30 giugno 2008
«Su, vieni, scrivi questo su una tavoletta davanti a loro, incidilo sopra un documento, perché resti per il futuro in testimonianza perenne […] Essi dicono ai veggenti: “Non fateci profezie sincere, diteci cose piacevoli, profetateci illusioni! Scostatevi dalla retta via, uscite dal sentiero, toglieteci dalla vista il Santo di Israele”. Pertanto dice il Santo di Israele: “Poiché voi rigettate questo avvertimento […] ebbene questa colpa diventerà per voi come una breccia che minaccia rovina, che sporge su un alto muro, il cui crollo avviene in un attimo, improvviso, e si infrange come un vaso di creta, frantumato senza misericordia, così che non si trova fra i suoi frantumi neppure un coccio…”». (Isaia 30,8 – 14)
«Gli uomini di Chiesa non sono la Chiesa». (Santa Giovanna d’Arco)
«La Chiesa non è una specie di setta o di cosca che chiede a noi omertà». (Antonio Socci)
Reverendo padre, gentilissimi intervenuti,
buonasera a tutti. Sono molto contento di essere qui con voi, a presentare il mio libretto Una “risposta” significativa, in questo giorno che chiude il mese del Sacro Cuore e a quarant’anni – ieri è stato l’anniversario esatto – della Professione di Fede con la quale il papa Paolo VI, anche ascoltando le preoccupazioni dottrinali espressegli dal cardinal Siri, tentò di frenare la marea che egli stesso definirà «autodemolizione della Chiesa», frutto del «fumo di Satana» che, «da qualche fessura», «è entrato nel Tempio di Dio». Ne ringrazio la Compagnia di Sigerico (in particolare l’amico Umberto Battini), ringrazio ciascuno di voi della presenza, e traccio quindi una breve introduzione al mio intervento, costituita dalla storia di un dibattito che di fatto si è, bene o male, più o meno aperto.
La storia di un contrastato dibattito
Il famoso Terzo Segreto di Fatima avrebbe dovuto essere pubblicato nel 1960, perché, aveva detto a suo tempo la veggente superstite, «allora sarà più chiaro» e «la Madonna vuole così». Ma ciò non avvenne, con la motivazione (peraltro ufficiosa) che il Vaticano non voleva prendersi la responsabilità di garantire che le parole, che i pastorelli dicevano di aver udito dalla Madonna, venissero realmente dalla Madonna; anzi, tre anni prima Roma aveva avocato a sé quel documento, perché (come relazionerà nel 1967 il cardinale Ottaviani) troppo delicato ed esplosivo per diventare di pubblico dominio. Dopo quarant’anni il mistero del secolo, come è stato definito, su cui nel frattempo erano trapelate le più svariate ipotesi ma anche qualificate testimonianze, che avevano permesso di abbozzarne un “identikit”, venne ufficialmente rivelato dal Vaticano nel maggio – giugno dell’Anno Santo 2000. Sin da subito, quella rivelazione suscitò varie e diffusissime perplessità. Quel testo, infatti, non sembrava corrispondere all’ “identikit” già noto; né sembrava, pur nella sua reale drammaticità, un testo così delicato ed esplosivo da rendere pericolosa la pubblicazione. Tant’è che nel 2000 non “esplose” proprio nulla. Si trattava peraltro d’una visione di difficile decifrazione, sicché gli stessi presentatori dissero che il loro era soltanto un tentativo di interpretazione. Il testo pubblicato infatti, oltre a questa oscura visione non conteneva alcuna parola della Madonna che la spiegasse: stranissimo, la Madonna aveva spiegato la pur evidente visione dell’Inferno (nel “Primo Segreto”), e non avrebbe spiegato un testo che neppure il Vaticano era in grado di comprendere con certezza? E non era proprio il comunicato ufficioso del 1960 sulla non pubblicazione a far riferimento a parole che i pastorelli dicevano di aver udito dalla Madonna, origine soprannaturale su cui il Vaticano aveva dei dubbi? Che fine avevano fatto quelle parole – possiamo dire: quella “colonna sonora” della muta visione – che i veggenti avevano detto di aver inteso dalla Madonna? Erano state forse scartate in quanto ritenute non soprannaturalmente autentiche, e quindi provenienti non dal Cielo ma da un errore dei veggenti? E che nesso ha il testo del 2000, da solo, con la data del 1960? Nessuno, ci risponde il card. Bertone, che su incarico vaticano ha gestito la faccenda; card. Bertone il quale ci riferisce, tra le altre cose, che suor Lucia gli avrebbe detto di essersela inventata! Com’è possibile che suor Lucia gli abbia detto (a porte chiuse e senza un registratore) di essere una bugiarda? Queste ed altre domande, sorte spontaneamente da più parti e sostenute soprattutto dall’area dei movimenti cattolici “tradizionalisti” in genere e “fatimita” in specie, erano tali da farsi chiedere: dal “mitico” Terzo Segreto di Fatima è caduto il velo, oppure (come scrissi sul diario) ci è calato il velo?
Finché quelle obiezioni, che dopo i discorsi diffusi del 2000 e qualche altro “picco” erano rimaste un po’ trascurate ed emarginate in aree ridotte, non conobbero una grande diffusione grazie a un fatto imprevisto. Il noto giornalista e scrittore cattolico Antonio Socci, di area ratzingeriana e già stimato dal cardinal Bertone, che ancora nel febbraio 2005 era schierato con la posizione ufficiale (riepiloghiamola: la completezza della pubblicazione del 2000, l’interpretazione per cui quella visione si riferiva precipuamente all’attentato di Agca a Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981 e la valutazione per cui la Russia sarebbe stata già consacrata al Cuore Immacolato di Maria, questi tre sono i punti cardine dell’attuale posizione ufficiale vaticana e oggetto di critica da coloro che, con sfumature diverse, ne dissentono), Antonio Socci dicevo, dopo aver prestato attenzione alla letteratura detta fatimita, esaminandola e facendo ricerche sulla questione, con ammirevole onestà intellettuale arrivò alla conclusione che, quando egli sosteneva la posizione ufficiale, non era nel giusto. Così la buona Provvidenza, prendendo dal campo avverso un potente sostenitore, rilanciava la questione: uscito esattamente tredici mesi dopo il mio, il libro di Socci, intitolato ironicamente e significativamente Il quarto segreto di Fatima, ebbe infatti una vasta eco.
A questo punto l'arcivescovo Bertone, portabandiera della posizione ufficiale divenuto nel frattempo Cardinale Segretario di Stato Vaticano, avendo saputo che Socci stava realizzando un’inchiesta di un certo tenore sul Terzo Segreto di Fatima si attivò subito per far uscire sulla materia un suo volume: le obiezioni dei critici, evidentemente, avevano preso troppo campo per continuare a opporvi, salvo rare e limitate eccezioni, il silenzio. E’ così uscito il libro L’ultima veggente di Fatima. I miei colloqui con suor Lucia (sempre con le edizioni Rizzoli, che avevano pubblicato il libro di Socci), nella forma di colloqui del Cardinale con il vaticanista Giuseppe De Carli.
In pratica, la risposta della tesi ufficiale alle obiezioni. Libro seguito da altri interventi – in un primo tempo del Cardinale in persona – sulla stessa “lunghezza d’onda”, caratterizzata da un triplice connotato: la mancanza di risposte articolate e non caricaturali alla serie di obiezioni, una per una; il ricorso, massiccio e strabordante, all’argomento di autorità (sebbene al tempo della presentazione ufficiale del Segreto abbiano detto che si tratta di una materia non vincolante, e quindi, come per qualsiasi libera disputa, dovrebbero valere soltanto gli argomenti addotti in merito); il rifiuto di confronti diretti con “l’altra campana” (tant’é che hanno sempre parlato senza contradditorio, e io e Socci, recatici all’Urbaniana a una presentazione del libro del card. Bertone, siamo stati messi alla porta).
A fronte di una siffatta risposta, non esente neppure da insulti, come hanno reagito i critici, tradizionalisti e fatimiti o indipendenti? C’è chi ha fatto un voltafaccia (una sorta di abiura); alcuni sembrano latitare (speriamo sia sempre e soltanto una mia impressione passeggera: ad esempio, sì sì no no mi ha detto che ha pubblicato troppe recensioni e che forse non avrà spazio per un'altra, speriamo l’abbia presto); ma altri, nonostante non siano mancate pressioni per imbavagliarci e strapparci il microfono, hanno articolatamente replicato. Facendo notare come, a ben guardare, una tale risposta ci dà soltanto ragione. Così Antonio Socci ha replicato da par suo, particolarmente sul quotidiano Libero di sabato 12 maggio e sabato 2 giugno 2007, oltre che sul suo sito internet; il nordamericano Joseph Thornborn ha parlato con il fare del suo thriller Il quarto segreto (edizioni Piemme) un bestseller, tra il 2007 e il 2008; il nordamericano Christopher Ferrara, vicino al noto padre Gruner, parimenti non ha ingiustamente taciuto, e sta per intervenire con il libro Il Segreto ancora nascosto, che sarà ufficialmente presentato a settembre; e – si licet parva… – Solideo Paolini ha replicato tramite il piccolo libro oggetto di questa presentazione, eccolo: Una “risposta” significativa (risposta, si badi, tra virgolette); che reca per sottotitolo: Disamina del libro su Fatima del card. Bertone, con relativo seguito: le incongruenze della tesi ufficiale. Dicembre 2007, edito dalla marchigiana SGM Multimedia. E’ qui a disposizione, assieme ad alcune prime copie (ancora con dei refusi nordamericani, ma il senso si coglie) del libro dell’avvocato Ferrara, ed ha stampata in appendice la supplica al Santo Padre per la pubblicazione integrale del Segreto; supplica che invito caldamente i lettori convinti della tesi ivi sostenuta ad inviare, anche fotocopiandola dal libro, come da istruzioni allegate. Alla fine del mio intervento sarò volentieri a disposizione per le classiche domande, e sarà anche il momento adatto, per coloro che lo desiderassero, per chiedere i libri, qui a fianco, alla mia segretaria nonché consorte.
Se abbiamo proprio torto, rispondano sul serio alle domande e obiezioni, risolvendo tutte le contraddizioni
Chi sostiene la linea ufficiale risponda, dettagliatamente e lealmente, al rilevamento di tutte le sue incongruenze, alla messa in luce di tutta una serie di dati che la contraddicono. Risponda, ma sul serio, a tutte le domande e obiezioni presentate in questo volumetto, peraltro neppure esaustive (infatti ne Il Segreto ancora nascosto se ne trovano altre ancora). Delle quali potete farvi un’idea – meritevole di approfondimento e verifica, leggendolo – con la scorsa dei titoli dei suoi brevi capitoli: Il libro e il suo codazzo. La ratio del libro. La carta dell’avallo del Papa. Forzature su suor Lucia? La pretesa insostenibile del bavaglio alla critica fatimita. Insulti ai critici, caricatura delle obiezioni. Un linguaggio strano e nervoso. Noi disprezziamo la veggente?! Si è dovuto verificare «l’autenticità, la veridicità» del segreto?! E altre prove ancora. Ritrattazioni! Clamorose contraddizioni sulla data del 1960. Clamorosa contraddizione sull’uso del computer. Clamorosa non corrispondenza della dimensione della busta contenente il segreto. Clamorosa ripetizione della sbianchettatura d’una frase della lettera del 12 maggio 1982. Clamoroso silenzio sulla testimonianza di mons. Capovilla (ed altre)… E poi l’ennesimo “autogol”. La “rigorosa” risposta alla testimonianza del cardinale Ottaviani. L’ostinazione in versioni insostenibili – 1: A chi era destinato il Terzo Segreto? L’ostinazione in versione insostenibili – 2: Quale conversione della Russia? L’insostenibile soluzione alla difficoltà del Papa che non muore. La profezia è consegnata al passato? Errare humanum est…Svista o lapsus? Un fatto conclamato: 1 – Resoconti incompleti e di esattezza dubbia. Un fatto conclamato: 2 – L’esistenza ammessa (ma lasciata in ombra) di carte inedite. Ci sono altre verità? Assolutamente no, anzi è possibile. Altro non ha scritto… ma uno sviluppo del Secondo Segreto sì. “Qualcuno ne avrebbe approfittato… “. A proposito di gioco della Massoneria (e company). Tre argomentazioni assolutamente improprie contro le nostre obiezioni. Un riconoscimento disapplicato. Una notizia incoraggiante: cosa ha spinto alla pubblicazione del 2000. E poi a chiusura, ad esito di tutto ciò, la Supplica canonica al Sommo Pontefice, di cui ho già detto.
A titolo esemplificativo, mi soffermo qui su un punto. Nell’intervista a 30 giorni di luglio-agosto 2006 il card. Bertone, alla domanda: «C’è ancora qualcosa di non detto riguardo a Fatima?», aveva risposto: «Assolutamente no» (passando poi ad altre affermazioni in materia). Eppure soltanto un anno e mezzo prima, a Repubblica (17 febbraio 2005), aveva detto: «Se ci sono racconti nelle sue [di suor Lucia] carte ed altre verità lo sapremo perché andranno esaminate una ad una nel processo di beatificazione che incomincerà presto. E le carte sono tante perché lei amava scrivere». Dobbiamo credere che in questo anno e mezzo abbiano esaminato tutte queste «tante» carte? No, anche perché nel suo libro del maggio 2007 (attenzione alle date) emerge l’esistenza di «diverse lettere» della veggente a tutt’oggi inedite; e di quella che suor Lucia consegnò a Giovanni Paolo II a Fatima, “sotto i riflettori”, il 13 maggio 2000 – cioè proprio quando venne fatta quella rivelazione del terzo segreto – il Porporato asserisce esplicitamente di non conoscere i contenuti (e perché non ha indagato?): come può dunque escludere in quel modo, nell’estate 2006, che qualcosa di nuovo e rilevante ci sia? Per di più era uscito quell’anno un testo (postumo) attribuito a suor Lucia, nel quale la veggente avrebbe (il condizionale è d’obbligo) riportato un’integrazione al secondo segreto (non è chiaro se sua o della Madonna). Ce ne fa edotti il Cardinale nel suo libro, prima del quale moltissimi non ne erano a conoscenza. E questo, da un lato fa porre la domanda: se soltanto nel 2006 esce (con il sostegno della posizione ufficiale) un altro pezzo del secondo segreto, o di commento al secondo segreto, come poteva la veggente – se era ancora lucida e ben informata – aver detto nel 2001 al card. Bertone: «Tutto è stato pubblicato; non c’è più nulla di segreto»? Dall’altro, avrebbe dovuto far ritenere apertissima la questione degli inediti. Come può quindi il paladino della tesi ufficiale rispondere «assolutamente no» alla domanda se «c’è ancora qualcosa di non detto riguardo a Fatima»? E qualora si tratti soltanto di una risposta imprecisa per dire che completo è il terzo segreto pubblicato (mentre la domanda era più ampia, su Fatima in generale), allora ciò, oltre a far dubitare dell’esattezza delle risposte date e delle frasi riportate, verrebbe a delineare delle smentite di estensione incerta, compatibili con reticenze e riserve mentali: forse il terzo segreto pubblicato “è tutto”, perché della parte non pubblicata abbiamo constatato l’almeno probabile non autenticità soprannaturale? Oppure: il terzo segreto pubblicato è tutto, perché le parole che fanno seguito alla frase tronca «In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, etc.» appartengono ancora, a loro privato giudizio, al secondo segreto e non al terzo? (E in tal caso, incompleto sarebbe il secondo segreto conosciuto: “se non è zuppa, è pan bagnato”). O anche: abbiamo rivelato tutto, sottinteso: qualcosa pubblicandolo e qualcosa velatamente, senza indicarne la fonte, in altre predicazioni, ad esempio nella famosa Via Crucis al Colosseo del 25 marzo 2005? Oppure: è tutto, altro non c’è…perché il testo inedito è andato perduto o distrutto, come già prospettava nel suo diario il cardinale Ottaviani? Giurereste sul Vangelo di escludere che ci sia del vero in ciascuna di queste quattro ipotesi, una per una? Giurereste sul Vangelo che suor Lucia non abbia mai scritto un seguito della frase sulla conservazione dell’ortodossia, che non abbia mai scritto un “allegato” che spiega la visione pubblicata nel 2000? Giurereste sul Vangelo di non essere mai stati reticenti su queste materie dal 2000 in avanti, ricorrendo magari a riserve mentali?
Da parte mia, sono disponibile a rispondere a qualsiasi critico onesto della nostra tesi che non sia un mero ripetitore di qualcuno al quale abbiamo già risposto – nel qual caso rimando alla relativa letteratura.
E se non tutto è stato detto, la questione è troppo seria per ignorarla
E se non tutto è stato detto, ciascuno ha il diritto e il dovere di levare la voce contro questa ingiustizia (che tale è anche se non se la sentissero di garantirne l’origine soprannaturale – che pure dovrebbe essere evidente per motivi che ho spiegato nel mio Non disprezzate le profezie – dal momento che nella normativa attuale i contenuti di qualsiasi apparizione, riconosciuta o no, sono stati tutti liberalizzati, e l’allora Vescovo di Fatima prese impegni precisi, promettendo la pubblicazione: pacta sunt servanda... Perché continuando su questa linea si corre un duplice rischio. Da un punto di vista naturale, il rischio di ricatti e pressioni molto pesanti al Vaticano, da parte dei nemici della Chiesa che sanno bene come sono andate le cose; e che per ricattarla hanno tutto l’interesse a che il “quarto segreto” – o qualche sua traccia, o l’affermazione della sua esistenza e di come sono andate le cose – “rimanga nel cassetto”. E questo non lo diciamo soltanto noi: tant’è che su la Repubblica del 20 febbraio 2005, a dirlo è addirittura il giudice Priore, per anni titolare dell’inchiesta sull’attentato al Papa. Dal punto di vista spirituale e soprannaturale, il rischio che sciagure raggelanti, le quali conoscendo esattamente e dichiaratamente quel testo potevano essere evitate o quantomeno attenuate, non lo siano, non essendo stata data a ciascuno trasparente e piena possibilità di avvalersi di quegli avvertimenti così come sono. Come dovremmo non insistere perché si colga la mano tesa della Regina dei profeti, quando sappiamo delle profezie di sventura che gravano proprio a causa del ritardare l’esecuzione delle direttive del Cielo? Anche ci fosse soltanto una piccola possibilità che suor Lucia non si sia sbagliata nello scrivere quel testo – ipotesi che anche mons. Capovilla, pur essendo orientato in tutt'altra direzione, non mi ha escluso del tutto – come non provarle tutte? Davanti all'«apostasia silenziosa» (S.S. Giovanni Paolo II), davanti alla Chiesa che appare una barca in procinto di affondare (il card. Ratzinger, che è stato eletto Sommo Pontefice dallo Spirito Santo su quella piattaforma), davanti alla guerra nucleare che si staglia all'orizzonte, come non provare questo aiuto? Come almeno non lasciarlo provare a chi desidera avvalersene?
Volete “la prova del nove” della giustezza e importanza di tale pubblicazione? Satana non la vuole. Quando suor Lucia, su ordine del suo Vescovo, doveva scrivere la terza parte del Segreto, negli ultimi mesi del 1943, ebbe un blocco. Non riusciva a scriverlo. Tale blocco, ci dice lo storico autorizzato e non controverso padre Alonso, non era di origine naturale. Escludendo che fosse di origine soprannaturale (tant’è che la Madonna nel gennaio 1944 apparve a suor Lucia, assistendola «parola per parola» nella redazione e assicurandola che era volontà di Dio), non resta che un’origine: preternaturale. Diabolica. Già in precedenza, infatti, il demonio aveva manifestato questa sua avversione: quando mandò in crisi Lucia proprio alla vigilia della trasmissione del Segreto; e lo fece ispirandole il dubbio per mezzo della seguente considerazione: il Signor Curato pensa che le apparizioni sono probabilmente un inganno del demonio; posso avere io più ragione del mio parroco? E quando si sa che Satana è contro la conoscenza di tale messaggio, penso che ciascuno possa facilmente fare una scelta di campo.
…Volontà permettendo. Perché tante volte il problema è proprio questo. L’ostilità alla parte inedita del segreto si basa infatti su quattro pilastri: gli ambienti anticristici, che non vogliono che le loro trame siano messe alla luce del sole; ecclesiastici che forse, in varia maniera e misura, sono rimasti invischiati dalla situazione; la disinformazione (favorita anche dalla distrazione imperante); e l’opportunismo, che fa tirare indietro (o avanti nel campo sbagliato) davanti a quella che appare come una causa perduta, e magari fonte di problemi. O di benefici, se la si contrasta: sicché non sembra mancare chi, smanioso di stare “alla greppia”, di far carriera, talvolta di riciclarsi, tenta di accreditarsi con la zelante negazione del “quarto segreto”. Forse a qualcuno ripugna non la speranza di vendersi al Potere, ma l'idea di essere poco furbastri. Sicché, tralasciando qui le quattro storielle a sostegno della tesi ufficiale (questo e quello hanno detto di no, sarebbe troppo grave, perché allora pubblicare a metà, bisogna fidarsi, lasciamo perdere), alle quali ho, e abbiamo, già risposto per iscritto, vorrei ora fare una carrellata di tristi esempi del turarsi le orecchie e lavarsene le mani perché scomodo, traendone infine le conclusioni.
Più onesto di tutti è stato quel sacerdote, che si era detto convinto che qualcosa di nascosto c’è, al quale perciò avevo porto la supplica per la pubblicazione integrale: «Mi vuoi compromettere!». Solo che così il mondo non sarebbe mai diventato cristiano, dal momento che quelli che sono stati strumenti per la sua ci conversione si sono compromessi un po’ tanto… Ma peggiore è stato quel religioso, tutto amichevole finché si trattava della teoria (ovvero delle chiacchiere), che cominciò a frenare appena gli diedi la supplica: «Non penso che il Papa lo farà, vede…». Replicai con la massima evangelica per cui bisogna giudicare non secondo le apparenze ma con giusto giudizio, e con quanto detto dalla Madonna a Santa Caterina Labourè: quando si crederà tutto perduto, proprio quella volta Io sarò [s’intende: più che mai, particolarmente] con voi. Inoltre – rimarcai – al di là di quel che farà o non farà il Santo Padre, al di là se – mi hanno detto in diversi – Gliele facciano vedere o no (ma non escluderei che il Pontefice regnante sia sufficientemente avveduto da prendere le Sue precauzioni), il Signore e la Madonna le vedranno di sicuro, e apprezzeranno comunque il gesto di chiedere questo Loro aiuto; e questo, in ogni caso, è già qualcosa. Mi disse allora che lui non poteva dire che il Segretario di Stato, e forse il Papa, erano dei bugiardi (anche se «posso pensarlo», letteralmente); mentre io e Socci parlavamo bene perché non rischiavamo nulla. Gli feci notare: quanto al discorso dei bugiardi, che noi non la mettevamo così, che la realtà era più articolata (e lo rimandai per approfondimenti alla Letteratura che affrontava la questione); quanto a me e Socci che non rischiavamo nulla, che lui non poteva saperlo. Fin qui era stato, come dire, poco entusiasmante, ma almeno sincero. Emergendo che così non faceva una gran figura, con un voltafaccia cominciò a cambiare registro: non è certo che non hanno pubblicato tutto! Espressi il mio stupore: finora si era detto entusiasticamente d’accordo con il mio Non disprezzate le profezie… E lui: mi riferivo a quanto ho letto, la mia approvazione non poteva riguardare le parti dove non sono ancora arrivato. Suvvia padre, non stiamo parlando di un dettaglio contenuto nella nota 693 di pagina 287: la scottante tesi centrale del libro è enunziata già nel sottotitolo, vistosamente stampato in copertina! Come può non averla notata? Risposta: ha interrotto ogni contatto. E’ una dinamica spirituale ben triste, ma significativa e ricorrente. Un gruppo di fedeli laici, che fanno pure i “tradizionalisti”, in risposta (sollecitata) all’invio della supplica aveva argomentato: non pensiamo sia il caso di aderire alla proposta che, tra l'altro, potrebbe imbarazzare il Santo Padre, essendo stato lui a presentare ufficialmente il terzo segreto… (quindi, sanno bene come stanno le cose); del resto, egli sa già quali sono le richieste della Madonna e sta già facendo ciò che ci vuole. Ovvero (esplicitando): non c’è bisogno di altro. E’ una logica che avevo già sentito: il sequestro del terzo segreto, infatti, venne disposto dalla Curia di papa Pio XII e del cardinale Ottaviani; i quali certamente volevano evitare successivi sviluppi nella Chiesa, essendo notoriamente contrari alla nuova teologia, ma probabilmente pensavano di riuscirci da loro, in maniera meno dirompente, meno scomoda, più avveduta. E si è visto. La storia non insegna niente? Errare humanum est, perseverare… Passano pochi mesi e il medesimo gruppo di tradizionalisti governativi lamenta che gli ambienti diocesani, dopo un inizio promettente, li maltrattano circa la cosiddetta Messa tridentina. E – dico io – papa Ratzinger non potrà aiutarli, almeno nell’immediato e con certezza: non perché non vuole, avendo buonissime intenzioni, ma perché, con tanta e tale resistenza all’applicazione reale del Motu proprio, come si può pensare che possa efficacemente fronteggiarla, in maniera definitiva, senza un aiuto straordinario dall’Alto? Aiuto promesso condizionatamente al fare come Naaman il Siro. Ho scritto loro: avete ripensato a quanto dice il Catechismo romano? Anche i cattivi, specialmente quando investiti di autorità, sono strumenti di Dio… Un altro sacerdote mi rispose: non penso che bisogna farci crociate… se il segreto inedito parla di una crisi nella Chiesa non c’è alcun bisogno di pubblicarlo perché lo sappiamo già. E quindi, padre, la Madonna sarebbe meno saggia di lei? Ci avrebbe dato un aiuto di cui non c’è bisogno? Con questi presupposti, con questo modo di pensare, non approfondirà e non capirà certo la natura di un ammonimento straordinario del Cielo, vero ordine formale dell’Autorità Suprema e Assoluta, denso di celeste sapienza, che se accolto è un aiuto straordinario e se rigettato rischia di prefigurare – come disse suor Lucia al padre Fuentes – quel peccato contro lo Spirito Santo di cui sappiamo cosa ci ha detto Nostro Signore. O quella persona che, su un altro punto specifico, mi riferì: ha ragione, ma il Santo Padre ha già le idee chiare (quindi, sottinteso, non facciamo niente). Penso anch’io; tuttavia, il Papa è anche un uomo (come Pietro è “il dolce Cristo in terra”, come Simone è un uomo): tra tanti che Gli dicono “impossibile, improponibile, ne verrebbe un disastro”, qualche filiale incoraggiamento sarà tutt’altro che inopportuno. Come nota nel suo libro l'avvocato Ferrara, nel Motu proprio in cui liberalizza la liturgia antica è il Papa stesso a far riferimento alle insistenti suppliche in tal senso. Oltre all’aspetto del non dare ratifica, tramite il silenzio pubblico generale, a una tale ingiustizia. Ed è significativo che in Italia l’iniziativa della supplica sia stata accolta più dal laicato che dal clero, senza paragone, e che invece il clero sudamericano le abbia riservato una recezione migliore (anche il Cardinale che, quantomeno, ha risposto all'invio della supplica non con un assordante silenzio ma dandone una valutazione positiva non era, manco a dirlo, italiano). Adesso sta per partire una supplica analoga, ispirata anche da questa, nel Nord America, e lì, visti anche i risultati della medesima iniziativa anni addietro, ci si può aspettare la raccolta di numerose firme; tutto sommato, le tendenze di fondo sono chiare.
***
La conclusione è un po’ forte, ma al farmi battere le mani preferisco dire la verità: l’insieme di certe reazioni e non-reazioni è preoccupante, perché sembra prefigurare una colpa collettiva. La colpa del disprezzo e rigetto, in qualche modo, del piano di soccorso del Cielo – avallato nella sua eccezionale portata da tanti fatti, tra cui il miracolo pubblico più grande dopo la traversata del Mar Rosso, il miracolo del sole – perché scomodo o temuto tale. Preferendo confidare nell'uomo. Con il possibile risultato di rendere il profetizzato bagno di sangue l’unico sbocco, perché il libero arbitrio ha scelto di non accogliere gli altri. La situazione internazionale non è bella. Leggiamo, apriamo il cuore alla Grazia, preghiamo tanto, specialmente per il Santo Padre, diciamo il Santo Rosario, facciamo i primi cinque sabati del mese, la consacrazione di persone, famiglie e parrocchie al Cuore Immacolato di Maria, facciamo penitenza (inclusa la conversione intellettuale, il cambiamento di mentalità), diamo testimonianza, perché in extremis si riesca a evitare, o diminuire, la realizzazione completa di un dramma dal quale eravamo stati messi in guardia. Grazie.
Solideo Paolini
Solideo Paolini, UNA “RISPOSTA” SIGNIFICATIVA. Disamina del libro su Fatima del card. Bertone, con relativo seguito: le incongruenze della tesi ufficiale. Edizioni SGM Multimedia, dicembre 2007, pagine 85, € 9,66. (N.B.: Il libretto va richiesto a: SGM Multimedia, via Aldo Moro, 10, Staffolo (AN). Tel 0731.779846. Fax. 0731.771783. Info@ sgmmultimedia.it)
http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.com/
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Hi,
ResponderEliminarI am the President of the National Association of "Friends of Fatima", founded in 1982 with the aim of spreading the Message of Our Lady and recognized by the Church and the State. I ask that you fill the link (or banner) on our official website on your site (we'll do the same). Waiting for reply, thanks.
http://amicidifatima.blogspot.com